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Apr

Monica Rossi

Docente e ricercatrice alla School of Management del Politecnico di Milano, dove ha conseguito il titolo di dottorato in ingegneria gestionale. Vanta una serie di esperienze di ricerca all’estero, dal MIT di Boston alla giapponese Tokyo Metropolitan University, passando per UTC Sorbonne e Rutgers University in New Jersey che hanno forgiato il suo profilo accademico, sempre di più orientato a quello che il mondo universitario sta etichettando con il nome di life cycle thinking. Tra i temi di ricerca principali di Monica Rossi all’interno di questo filone emergente in cui si mescolano lo sviluppo di prodotto e processo con il product lifecycle management, va citato il lean product e il process development, il PLM (product lifecycle management), il data-driven product lifecycle, ma anche lean startup, design for X (con un focus speciale sulle fasi finali del ciclo di vita di prodotti e servizi e sul come posticiparle o incrementarne la durata). Tra i temi di ricerca principali di Monica Rossi all’interno di questo filone emergente, è attualmente coinvolta in una serie di progetti nazionali ed europei, tra cui Briefing, che ha lo scopo di portare sul mercato tecnologie emergenti sviluppate in contesti altamente innovati.

“Implicazioni tecnologiche e organizzative del Life Cycle Thinking”

Se ci si guarda intorno, i prodotti che ci circondano sono oggigiorno sempre di più il risultato della combinazione di menti diverse, tecnologie diverse e materiali diversi combinati per fornire funzioni sempre più variegate e avanzate che meglio rispondono alle reali esigenze di clienti e utilizzatori, siano esse esplicite o tacite. Ma in questo puzzle tecnologico e funzionale, i tasselli non sempre contribuiscono al gioco allo stesso modo, e la variabile tempo assume un peso sempre più rilevante. I diversi componenti che contribuiscono al sistema infatti, non solo possono avere durate e tasso di obsolescenza diversi, ma possono acquisire o perdere valore nel corso della loro esistenza. Ecco quindi le principali contraddizioni con cui chi progetta prodotti e servizi si trova oggi e sempre di più a dover fare i conti: come sviluppare soluzioni più durature nel tempo -se i componenti che le costituiscono tra loro hanno cicli di vita completamente divers i- e come creare un sistema che acquisisca valore nel tempo –se parte di esso subisce forte declassamento giorno dopo giorno? E in questo gioco di life cycle thinking la sfida è non perdere di vista l’impatto che le decisioni prese fin dalle prime fasi della progettazione, del concept e del design di prodotti e servizi hanno non solo sul prodotto/servizio stesso, ma anche e sopratutto sull’ecosistema in cui essi si vanno a calare, dal punto di vista sia di prestazioni funzionali che di sostenibilità ambientale. In questo contesto, logiche di lean thinking ci permettono di creare consapevolezza intorno a dilemmi complessi di design for sustainability, recyclability, circularity, reconfigurability e supportano all’attuazione in pratica di principi a volte apparentemente ardui da raggiungere, come quelli della circular economy. L’invito odierno è quindi quello di iniziare il dibattito esplorando quali potenzialità esistono in termini di riconfigurabilità e di creazione dinamica del valore lungo tutto il ciclo di vita del prodotto/servizio, iniziando da quegli oggetti che più di altri impattano sulle nostre vite quotidiane, e cosa c’è di più quotidiano degli home appliances?

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